Kawaii è nato in Giappone negli anni '70. sono state principalmente le ragazze che hanno iniziato a usare una certa scrittura, a indossare abiti in stile Kawaii,.Si è poi esteso a tutta la popolazione giapponese, poi negli anni '80 si è diffuso in tutto il sud-est asiatico. Intorno all'anno 2000, moda Kawaiiana è finalmente arrivata negli Stati Uniti e in Europa.
L'universo Kawaii può anche essere utilizzato come descrizione di una tendenza della moda. Perché la moda kawaiiana è una parte importante del concetto generale. Soprattutto in Giappone, ma sempre più anche in Europa e negli Stati Uniti.
L'elemento più importante è sicuramente l'infanzia. Simpatici abitini con tanto pizzo, balze, fiocchi e colori tipicamente tenui sono al centro dell'attenzione. Gli accessori sono anche molto giocosi e spesso portano l'impronta di personaggi comici.
A volte gli outfit Kawaii sembrano quasi un cosplay e non c'è da meravigliarsi se ti senti come Sailor Moon o personaggi simili. I Kawaii sono anche i Kigurumis, peluche a forma di animali.
Tradotto in modo approssimativo come “carino”, Kawaii è di sicuro una delle parole giapponesi più usate. Chiunque abbia visitato questo paese la conosce anche perché è impossibile non ritrovarsi letteralmente sommersi da un mondo di Mascottes coccolose pensate per ogni cosa. In senso ampio, il termine descrive l’insieme di tutte quelle cose ispirate a personaggi immaginari che incarnano un senso di tenerezza a cui sembra impossibile resistere. Nato come tendenza culturale distintamente giapponese, il concetto si è tuttavia evoluto nel fenomeno mondiale che è oggi, diffondendosi attraverso molti aspetti della vita moderna, tra cui arte, moda, tecnologia e persino nel cibo.
Tra i fondatori della cultura Kawaii nell’arte il primo da citare è sicuramente l’illustratore Rune Naito, i cui disegni negli anni 1950-1970 presentavano figure con teste grandi e tratti infantili che si allontanavano dai tradizionali standard giapponesi di bellezza. Nel ’74 assistiamo anche alla nascita di Hello Kitty che mostrò prima di tutto alle aziende giapponesi come Kawaii potesse rappresentare una fonte di grossi guadagni attraverso una miriade di gadgets ed altre iniziative commerciali. D’altra parte anche i tratti degli innumerevoli Shojo manga, i fumetti giapponesi rivolti alle giovani adolescenti, alimentarono pienamente questa tendenza con le loro eroine dagli occhi grandi, dalle faccine timide e decisamente kawaii tra cui Candy Candy di Yumiko Igarashi, che approdò con successo nei nostri schermi negli anni ’80, oppure altri personaggi come Lady Oscar e il grande successo di Sailor Moon degli anni ’90.